Alla presenza del Governatore del Distretto 2060 Rotary-Triveneto, Massimo Ballotta e dell’Assistente Lorenzo Capaldo, i Rotary Club della Venezia Giulia – Trieste (capofila del progetto), Trieste Nord, Muggia, Gorizia e Monfalcone-Grado –hanno consegnato venerdì 12 luglio 2019 il primo service/progetto scientifico dell’annata 2019-2020 realizzato con il supporto della Onlus Distrettuale.
Da oggi infatti la Biobanca del Burlo Garofolo può contare su un nuovissimo ultra-freezer di ultima generazione per la conservazione del materiale biologico dei pazienti individuato di concerto con i soci rotariani medici pediatri e con il Dipartimento del Burlo Garofolo. L’apparecchiatura è un congelatore a bassissima temperatura (-85° C) in grado di conservare un numero significativo di campioni.
Oggi il “Burlo”, come familiarmente viene chiamato, è un polo di riferimento pediatrico di importanza internazionale e rappresenta un fiore all’occhiello della sanità italiana. Un’indagine, pubblicata ad agosto 2018 dal periodico britannico “THE - Times Higher Education”, ha classificato infatti il Burlo 1° in Italia e 28° nel mondo per qualità della ricerca. Attualmente gestisce ogni anno circa 11.000 ricoveri: 4.500 nell’area pediatrica medica, 3.000 nell’area pediatrica chirurgica, 1.500 parti e 2.000 nell’area ginecologica.
Oltre ai pazienti citati, in forma indiretta il numero dei beneficiari dell’apparecchiatura è potenzialmente molto superiore per le ricadute che gli studi e il monitoraggio scientifico potrebbero avere per la comunità.
Come già accennato, la Struttura è un polo attrattivo anche per pazienti extra regione. Sono il 28% i ricoveri provenienti dalle altre parti d’Italia e dall’estero nel Dipartimento di Chirurgia, mentre nel Dipartimento di Pediatria sono il 18%.
Fiore all’occhiello dell’Istituzione è proprio il Dipartimento dei servizi e di diagnostica avanzata, caratterizzato dall’erogazione di prestazioni di alta specializzazione. In questo ambito è stata realizzata la Biobanca, che raccoglie e conserva tutti i campioni biologici legati sia alle attività diagnostiche che a quelle di ricerca. Si tratta di un’attività essenziale perché la possibilità di conservare del materiale biologico dei pazienti permette nel tempo di risolvere i casi più complessi facendo diagnosi con tecnologie che in passato non erano disponibili, di valutare il decorso clinico dei casi, di identificare i fattori di rischio genetico in soggetti anche a distanza di anni dal decesso in modo da beneficiare i familiari collaterali.
Il Progetto realizzato dai Rotary Giuliani non è una generica erogazione in denaro, ma una iniziativa ben identificata e finalizzata: il Rotary è divenuto partner di Biobanca. L’intervento della Onlus distrettuale e dei cinque Club copre una necessità in questo momento particolarmente sentita e di grande utilità sociale.
A ulteriore valorizzare, i Rotary Club organizzeranno prossimamente un convegno incentrato sull’argomento “Fattori di rischio e prevenzione: l’importanza della Biobanca”.
La speranza dei cinque Club è quella di essere riusciti a cogliere un’esigenza che corrispondesse alla volontà di collaborare con Istituzioni prestigiose che attribuiscano ai service Rotariani un valore aggiunto fruibile dalla comunità; difficilmente quantificabile ma di sicuro impatto ed efficacia anche per la promozione dell’immagine e la conoscenza della missione del Rotary International.