Abbiamo appreso della scomparsa del caro amico Armando Rinaldi, avvenuta il 6 ottobre scorso. Ecco come lo ricorda il Club, la stampa locale e l’amica Nicoletta Cavalieri.
È mancato all’affetto dei suoi cari, del Rotary e della Città Armando Rinaldi.
Armando fu un socio fortemente partecipe all’attività rotariana e molto generoso nel Club. Entrò nel RC Trieste Nord nel luglio 1993 su proposta di Ettore Campailla e per quasi trent’anni mantenne vivo lo spirito che anima e contraddistingue il Rotary perché curò con particolarmente attenzione l’amicizia rotariana, l’affiatamento e il piacere della convivialità. Prefetto e Consigliere in diverse annate, fu relatore appassionato di tante serate conviviali.
Armando era l’imprenditore che amministrò la Vinicola Europea a Trieste. Figura di alto livello, di grande ironia e cultura, è stato definito il “gigante buono” per la sua approfondita conoscenza in campo enogastronomico tanto che fu considerato dallo chef Massimo Bottura “memoria storica della cucina italiana e francese”. Questa sua grande conoscenza culinaria si realizzò anche in collaborazioni con riviste specializzate ed emittenti televisive.
Con la chiusura della società Vinicola Europea nel 1995, Armando dedicò le sue energie ad un nuovo impulso spirituale ed umanitario, offrendo aiuto alle persone in difficoltà. In questo percorso lo accompagnarono don Alessandro Dessanti, don Ettore Malnati e il cappellano del carcere Silvio Alaimo. Da lì cominciò la sua collaborazione e l’intensa opera di volontariato rivolta con fede verso i detenuti, per i quali aveva sempre – nei loro momenti di sconforto – un vigile sostegno, fatto di solidarietà e di azioni concrete di carattere pratico tanto che con molti di loro, il rapporto di conoscenza proseguì anche dopo la loro esperienza carceraria.
Armando era sposato con Marina e aveva due figli, Alessandro e Massimo. «È stato un marito esemplare», racconta la moglie: «ironico, anticonformista, attento osservatore. Mi ha riempita di attenzioni e di amore. La sua generosità e la sua sensibilità, specialmente per i più fragili, hanno contraddistinto la sua vita».
Nicoletta Cavalieri ed Ettore Campailla